L’importanza di saper comunicare
Il tessuto di relazioni che caratterizza le nostre esistenze ci induce a pensare di essere in costante comunicazione con i nostri simili, soprattutto in un’epoca caratterizzata dall’utilizzo, ormai “smodato”, dei social network.
L’illusione di comunicare investe la vita quotidiana di ognuno di noi, mascherando le immense difficoltà che invece si celano dietro ad una fittizia modalità comunicativa che, anziché chiarire, spesso viene utilizzata (più o meno consapevolmente) per offuscare il mondo delle relazioni. Quest’ultimo infatti risente, oggi più che mai, del paradosso di soffrire le enormi difficoltà comunicative in un mondo dove la comunicazione sembra rappresentare un valore “assoluto”.
Ma cosa significa comunicare? Ciò che pensiamo di comunicare coincide con ciò che viene interpretato da chi riceve la nostra comunicazione?
Chi conosce questo argomento, anche senza essere un esperto in merito, sa bene che la risposta è no.
L’altro, il nostro interlocutore, interpreta sempre i messaggi che riceve da noi (e da chiunque altro) secondo una sua modalità di “lettura” differente da tutte le altre, che gli permette di recepire a “suo modo” (solamente suo, unico ed irripetibile) il contenuto della nostra comunicazione.
Tale interpretazione, che sempre avviene all’interno di una relazione comunicativa tra due o più individui, è la causa di una serie di problematiche riscontrabili in qualsiasi rapporto umano.
Problematiche che, apparentemente, dovrebbero trovare un beneficio avvalendosi dell’utilizzo dell’enorme varietà di strumenti comunicativi che, oggi, abbiamo a disposizione.
In realtà non è sempre così, forse quasi mai.
Pur essendo quantitativamente aumentata la capacità di connessione con i nostri simili, la qualità delle relazioni che istauriamo è decisamente “scadente”.
Lo stesso utilizzo delle parole non viene più soppesato e il loro valore viene meno, in quanto ormai “svuotate” di significato.
Si pensi, ad esempio, all’abuso della parola amicizia, utilizzata per “catalogare” una vasta cerchia di contatti su Facebook. Cento, duecento, mille! entità “virtuali” che ogni giorno compaiono sugli schermi dei nostri pc e dei nostri smartphone sotto la voce: Amici!
Amici?
Forse conoscenti, a volte nemmeno, dato che molti di noi “concedono” il contatto anche a perfetti sconosciuti.
La confusione che ne deriva è fonte di evidenti difficoltà di “orientamento”, soprattutto tra i più giovani, nel saper distinguere tra il mondo delle relazioni virtuale e quello reale, ormai così intrecciati da rendere sfuocati i confini dell’uno rispetto all’altro.
Siamo arrivati al punto che il valore di una persona viene misurato dalla sua presenza o meno nel mondo virtuale, dai "like" che riceve e dalla possibilità di essere “googolato”!
Sei su Google? Bene, allora esisti! Ancora di più: compari su Wikipedia? Wow! Sei importante e degno di considerazione!
Non basta più esistere, è necessario mostrare di avere anche un’esistenza virtuale se si vuole essere presi sul serio in numerosi ambiti del panorama sociale, tra cui il mondo del lavoro.
Comunicare diventa quindi più semplice grazie ad Internet?
Sicuramente si sono amplificate le possibilità di interazione con i nostri simili, ma le difficoltà comunicative non solo rimangono, ma subiscono modificazioni e vengono incrementate dall’esistenza di nuove variabili che rendono maggiormente complesso l’argomento comunicazione.
Da qui l’esigenza di offrire nuovi strumenti ad educatori ed educandi, che possano servire per gestire in modo più chiaro le relazioni e i rapporti umani che proprio sulle capacità comunicative si basano e in esse investono fiducia per giungere ad una migliore comprensione reciproca tra esseri umani.